CILS livello tre C1 giugno 2004 Trascrizioni, Giugno(2)
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Trascrizione delle prove di ascolto – giugno 2004 - Livello TRE C1
Ascolto. Prova numero uno.
Apri il quaderno alla pagina della prova di ascolto numero uno. Ascolta il testo. Sentirai il testo due volte.
(Il testo viene fatto ascoltare per la prima volta)
Radiogames: miti, cose, persone. Le nostre proposte.
Lo specchio e i suoi misteri. Tra vanità e domande dell’anima. Il cinema e lo specchio. Letteratura, personaggi allo specchio. Specchio, specchio delle mie brame..non sembri una banalità, ma lo specchio rappresenta da sempre un oggetto carico di valenze e simbologie molte delle quali cariche di significati. Radiogames Marco Tesei per guardarsi un po’ allo specchio, senza narcisismi di nessun genere e anche perché non sarebbe il caso ma per andare un po’ oltre lo specchio nell’archeologia, nella letteratura, nel cinema, nell’arte lo specchio è attributo delle divinità in religioni lontanissime tra loro, Shakespeare se ne serve per l’auto indagine, Archimede lo utilizza per incendiare la flotta avversa. E’ protagonista in “Bellissima” con Anna Magnani e potremmo continuare così all’infinito.
Alla storia dello specchio è dedicata una mostra aperta fino al 2 maggio al museo archeologico la Civitella di Chieti. Per la prima volta in Italia sono stati riuniti tanti esemplari diversi per tipologia, struttura, materiali, disegni. Maria Paola Pennetta, curatrice di questa mostra assieme ad Adele Campanelli, questa mostra al museo archeologico la Civitella di Chieti che parla appunto dello specchio…ecco lo specchio è un simbolo un po’ di tante cose nel tempo
-Assolutamente, lo si può considerare proprio un medium culturale, perché una delle caratteristiche più affascinanti di questo oggetto è che tante culture diverse, tante culture lontane nel tempo e nello spazio gli hanno attribuito una serie di significati simbolici che spesso sono comuni, sono legati appunto alle caratteristiche dello specchio, sono quelle di poter rifrangere la luce quindi di essere un oggetto di illuminazione o anche quella fondamentale di ampliare il campo visivo, di mostrare delle cose altrimenti non visibili e quindi di essere un oggetto di rivelazione.
- Ecco le mostra come ha cercato di evidenziare tutte queste simbologie?
- Ma la mostra è organizzata in un percorso abbastanza originale, intanto perché come dice il titolo, come suggerisce il titolo, si fa proprio attraversando uno specchio, cioè entrando in un tunnel completamente pannellato di specchi all’esterno, all’interno poi c’è una scansione in nove sezioni, ciascuno delle quali è dedicata a uno dei momenti e dei significati simbolici dello specchio e questi momenti sono illustrati dagli oggetti allestiti all’interno del tunnel nelle vetrine e c’è poi uno specchio sempre fuori dal tunnel, uno specchio per sezione che si può vedere attraverso una serie di feritoie e che in qualche modo fa da specchio guida, da segnalibro e poi c’è una presenza, che è una presenza sempre molto gradita anche dai visitatori del museo che è del personale d’accoglienza che racconta anche un po’ tutti questi significati simbolici.
- Ecco lo specchio è veramente simbolo di vari modi di conoscere le cose, è simbolo solare, simbolo religioso e simbolo anche di vanità.
- Quello forse è la chiave di lettura più semplice, quella più immediata, il modo nel quale noi ci relazioniamo con lo specchio quotidianamente. Una cosa estremamente affascinante è l’aspetto dell’essere uno strumento di conoscenza. Pensi d’altra parte quante volte la parola connessa quindi si aspetti un senso lato sia anche la riflessione, la speculazione, la considerazione entrano nel nostro linguaggio quotidiano.
- Ci sono poi anche degli specchi di particolare valore come quello che Federico di Prussia donò a Pietro II il Grande.
Quello è uno specchio che in Italia non è mai stato visto, uno specchio molto interessante che viene da San Pietroburgo dall’Hermitage, ed è uno specchio abbastanza piccolo, questo ci fa anche capire l’evoluzione poi anche tecnologica che è dietro l’oggetto, è uno specchio bellissimo, dono di un re ad un altro re all’inizio del Settecento, uno specchio di 25 cm per 45 con una cornice in legno ed ambra che ha però ancora questa superficie specchiante assolutamente perfetta, perché era più piccolo ma tecnologicamente già perfetto.
Adesso hai un minuto di tempo per leggere la prova.
(Il nastro scorre in silenzio per un minuto)
Ascolta di nuovo il testo ed esegui la prova. Dopo l'ascolto hai due minuti di tempo per controllare le tue risposte.
(Il testo viene fatto ascoltare di nuovo, poi il nastro scorre in silenzio per due minuti. Dopo un breve stacco musicale inizia la prova numero due)
Ascolto. Prova numero due
Apri il quaderno alla pagina della prova di ascolto numero due. Ascolta il testo. Sentirai il testo due volte.
(Il testo viene fatto ascoltare per la prima volta)
La storia personale di Enrico Lucherini, uno dei press-agent più famosi d'Italia comincia molti decenni fa quando il mondo dello spettacolo e in particolare del cinema era in grande fermento, ricco di straordinarie personalità che determinarono cambiamenti estetici ed espressivi fondamentali. Lucherini, che amava calcare le tavole del palcoscenico ad un certo punto…
Si inizia qui questa storia intervista di Marco Tesei nello studio di Enrico Lucherini un incontro che ascolteremo in quattro parti. Ecco l'inizio di una carriera.
- Enrico Lucherini si può dire che lei ha inventato il mestiere dell'ufficio stampa, no?
- Sì è vero. Ho inventato il mestiere dell'ufficio stampa che non c'era in Italia negli anni... dal ‘58 praticamente. Mi sono occupato prima di teatro, con una commedia di Patroni Griffi. Io ho fatto medicina per due anni, ma ero già pazzo del cinema, del cinema anche quello degli anni Quaranta. Ero un bambino, ma insomma giocavo con mio fratello a indovinare i nomi degli attori, se Alida Valli aveva i capelli in un modo, o Asia Noris un altro, Luisa Ferida…insomma, mi divertivo molto anche da prima. Ho fatto medicina perché mio padre era un grande medico a Roma e, andando all'Università, ho visto dei ragazzi in tuta marrone che parlavano tra di loro con dei fogli. Un giorno mi sono fermato e ho detto "Ma chi siete?" "Siamo attori dell' Accademia di arte drammatica piazza della Crocerossa”, che ora non c'è più, l'accademia è dall' altra parte. Mi son fermato, come si fa a entrare, mi piace fare l'attore, e ho fatto l attore nella compagnia di Rossella Falk, Romolo Valli, Giorgio De Lullo e Patroni Griffi. Con loro sono andato due anni in tournée con le ire di mio padre. Ho smesso dopo due anni medicina, ho smesso. anche l' Accademia di arte drammatica perché mi hanno preso in una compagnia; siamo andati in Sud America. Quando una grande compagnia italiana va in Sud America, nelle grandi città come Rio de Janeiro, San Paolo, Montevideo, Lima, Caracas, Buenos Aires si organizza sempre una conferenza stampa, si organizza sempre un pranzo all'ambasciata italiana e di . queste cose Rossella mi ha detto “Beh, occupatene te'”, mentre lei si occupava dei costumi dei sette spettacoli che venivano poi rappresentati dove anch'io facevo dei ruoli, me ero un gran cane.
- Vuol dire che è cominciata così?
- è cominciata così che in Sud America mi sono occupato della compagnia oltre a esser cane in scena. Tornando Patroni Griffi aveva scritto una parte un pochino più importante de "Il pranzo è servito" che io dicevo nei sette spettacoli, però non l'ho voluto fare perché mi hanno consigliato "Continua a fare questa cosa, che in Italia non c'è, quello che racconta le storie ai giornalisti o ai cronisti, cosa succede dietro le quinte di uno spettacolo teatrale o di un film".
- E questo e pIaceva, la incuriosiva in qualche modo, no? Questo vedere cosa c'era dietro e poi fare anche da trade-union con gli altri.
- Sì, io ho letto molto che esistevano in America i press agent. Potevo mai pensare che Rita Hayorth fosse andata lei, non so se all'epoca c'era la Nasa, a mettere nella bomba atomica la sua decalcomania? Ho pensato che dietro Rita Hayorth, di Gilda, c'era uno staff. Intanto nel durante la compagnia, che era, insisto, una compagnia di grande grido a quell' epoca, avevo conosciuto un po' tutti e perché io vivevo la vita dei protagonisti, andavo a mangiare con loro, magari non nei ristoranti, mangiavo prima, poi andavo lì, perché mi davano 4000 lire al giorno.
- Ecco, ma questo modo di fare l'ufficio stampa, che era nato, da quello che ho capito, un po' per necessità e un po' per caso, poi ha improntato anche il suo lavoro anche futuro, cioè lei ha fatto l'ufficio stampa, il press agent un po' diverso dagli altri.
- Sì, a me piace tuttora, dopo quarantacinque anni che faccio questo lavoro, divertirmi, sì perché penso che il pubblico si diverta come me, è incuriosito da tante cose, quindi il fatto di avere in mano una compagnia così importante, di cui ero molto amico, e una commedia così bella come era D’ amore si muore, è chiaro che io, dietro le quinte, raccontavo le cose giuste che potevano incuriosire il pubblico per poi comprare il biglietto e andare a vedere lo spettacolo.
Adesso hai un minuto di tempo per leggere la prova.
(Il nastro scorre in silenzio per un minuto)
Ascolta di nuovo il testo ed esegui la prova. Dopo l'ascolto hai due minuti o di tempo per controllare le tue risposte.
(Il testo viene fatto ascoltare di nuovo, poi il nastro scorre in silenzio per due minuti. Dopo un breve stacco musicale inizia la prova numero tre)
Ascolto. Prova numero tre.
Apri il quaderno alla pagina della prova di ascolto numero tre. Ascolta il testo. Sentirai il testo due volte.
(Il testo viene fatto ascoltare per la prima volta)
Radio Campus. Buon ascolto da Marcello D’Angelo.
Nato con lo scopo di formare in futuro manager etico e creare un ponte tra università e impresa è al via la seconda edizione del Premio Socialis, unico riconoscimento italiano riservato alle migliori tesi di laurea sul fenomeno della responsabilità sociale di impresa. Promosso da R P comunicazioni con il patrocinio della CRUI, la conferenza dei Rettori delle università italiane e dell’Unesco Italia e il sostegno di 15 imprese di rilevanza internazionale. Ma come si svolgerà il concorso?
Roberto Orsi presidente di R.P
Per poter partecipare al Premio Socialis le tesi dei laureati dovranno avere come oggetto le attività del sociale nelle aziende e nelle banche in una o tutte le diverse espressioni. In questi ultimi anni noi abbiamo osservato una crescita di questo fenomeno dell’impegno sociale delle imprese perché molte aziende si sono accorte che impegnarsi nella salvaguardia dell’arte e dell’ambiente nello sviluppo della cultura, per esempio nel sostegno alla solidarietà e ai progetti umanitari, doveva diventare un vero e proprio obiettivo di impresa per migliorare la loro competitività. Ora il fenomeno come dico, è molto cresciuto e sono aumentati anche il numero degli studi che vanno ad approfondirlo. Già nella prima edizione noi avevamo ricevuto e selezionato circa 50 tesi, quindi lavori su questo tema estremamente interessanti. Ci aspettiamo con questa seconda edizione naturalmente un numero ancora superiore.
In palio ci sono 6 stages presso alcune delle aziende che hanno sostenuto il premio che sono aziende di importanza internazionale.
Adesso hai un minuto di tempo per leggere la prova.
(Il nastro scorre in silenzio per un minuto)
Ascolta di nuovo il testo ed esegui la prova. Dopo l'ascolto hai due minuti di tempo per controllare le tue risposte
(Il testo viene fatto ascoltare di nuovo. Poi il nastro scorre in silenzio per due minuti. Un breve stacco musicale segnala la fine del tempo consentito per eseguire la prova)
Adesso scrivi le risposte delle prove numero 1 e numero 2 nel foglio delle risposte. Hai tre minuti di tempo.
(Il nastro scorre in silenzio per tre minuti. Un breve stacco musicale segnale la fine del test di ascolto)
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